ORIGAMI
Il “Laboratorio di Origami” che
proponiamo sarà rivolto ai bambini, sotto forma di “gioco”
impegnativo e formativo, e sarà l’occasione per dare spazio alla
propria fantasia e creatività, realizzando manufatti con materiali e
tecniche diverse. Sarà anche un’opportunità in cui il bambino
potrà misurare la propria abilità e confrontarsi con coetanei in
linguaggi diversi da quelli tipicamente utilizzati, quali ad esempio
esercizi di manipolazione creativa con materiali vari, esperienze di
coloritura, ricerca di soluzioni tecniche che possano sviluppare
l’ingegnosità di ognuno. Origami è una parola di origine
giapponese che significa “piegare la carta” o “carta piegata”,
secondo il contesto della frase in cui viene usata, e indica una
tecnica che permette di realizzare figure e forme di ogni tipo
mediante la piegatura di uno o più fogli di carta. La storia
dell’origami comincia probabilmente con l’invenzione della carta,
che si fa risalire ufficialmente al 105 d.C. in Cina. Il nuovo
materiale aveva, fra i suoi innumerevoli pregi, quello di poter
essere piegato e ripiegato senza strapparsi e di “mantenere la
piega”. L’origami potrebbe essere nato allora, ma non esistono
notizie precise; occorre aspettare il 610 d.C., allorché un monaco
buddista portò la tecnica per la fabbricazione della carta in
Giappone. Le tecniche per piegare le varie figure di carta vennero
tramandate oralmente di generazione in generazione fino all’inizio
del XVIII° secolo, quando pare siano apparsi i primi libri con
istruzioni di piegatura. Grandi maestri giapponesi, ma anche
origamisti occidentali, fanno dell’origami una forma d’arte con
cui dare una nuova dimensione alla propria creatività.
RITRATTI E AUTORITRATTI
Il laboratorio si compone di due
momenti: un primo, di carattere teorico, di introduzione al ritratto
pittorico, e un secondo, di carattere pratico, in cui i ragazzi
potranno ritrarre dal vivo i mitici guerrieri samurai. La parte
introduttiva prevede l’osservazione dei ritratti presenti nella
mostra. Di tutti si evidenzieranno caratteristiche formali e tecniche
e si solleciteranno i ragazzi al confronto.
DECORAZIONE SU VENTAGLIO
Verranno utilizzati colori acrilici, stencil o pennarelli in stile giapponese.
La storia del ventaglio in Giappone non riguarda solo il costume, ma
si intreccia strettamente con l’arte e la poesia. I giapponesi
conoscevano due tipi di ventaglio: l’uno, l’uchiwa, piatto, di
forma tonda o ovale, di derivazione cinese e l’altro, ōgi o sensu,
di tipo pieghevole, inventato dai giapponesi nel VII° secolo. Di
carta o seta dipinte o decorate con iscrizioni calligrafiche e
montate su listelli di legno di cipresso, i ventagli ōgi erano
fabbricati dalle donne e dipinti dagli uomini. Essi erano impiegati
nella danza, dagli attori Noh o Kabuki, dai samurai per inviare
segnali o anche come arma. Non solo i ventagli in sé erano dipinti,
ma costituivano anche un soggetto pittorico: i ventagli dipinti
diedero vita al genere pittorico dell’uchiwa-e o del senmenga
(quest’ultimo riguardante i ventagli ōgi); i ventagli come
soggetto pittorico ricorrevano nelle decorazioni dei paraventi o di
libri di poesie. Molto diffusa era anche la decorazione dei kimono
con fantasie di ventagli. Infine, la storia del ventaglio si
intreccia con quella della poesia. Conosciamo un genere letterario,
l’ōgi no sōshi (libro di ventagli), che consisteva in raccolte di
poesie waka illustrate da figure contenute in ventagli.
LA MOSTRA

Dal 27 Marzo al 10 Maggio 2020, nella suggestiva cornice della Galleria Nazionale di Cosenza, per la prima volta in Calabria, una mostra intende omaggiare i grandi Maestri d'Oriente, protagonisti assoluti dell'Ottocento, attraverso l'esposizione di oltre 100 capolavori xilografici provenienti da collezioni private.

Powered by Blogger.

0 commenti