Per la prima volta, in Calabria, si
potranno ammirare, da vicino, le affascinanti e suggestive xilografie
dei grandi maestri giapponesi dell’Ottocento: Hokusai, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada, Hiroshige II, Chikanobu, Kyosai, Kunichika, Shuntei
ecc.
Il progetto espositivo è curato da Alessandro Mario Toscano e
Marco Toscano; ideato e prodotto da Associazione N.9.
Una
straordinaria selezione di oltre 100 opere, provenienti da collezioni
private. Dai Manga e dai Gafu di Hokusai, alle Cento famose vedute di Edo di Hiroshige,
dai ritratti degli attori Kabuki di Kunisada ai samurai di Shuntei,
dalle Quarantotto famose vedute di Edo di Hiroshige II ai racconti visionari di
Kuniyoshi. Saranno esposte inoltre antichità originali del periodo Edo (1603-186).
Un viaggio, attraverso la lente d’ingrandimento dell’arte, nelle tradizioni, nella storia, nei paesaggi, nel mito di un grande paese, il Giappone, che darà sfogo alla fantasia di tutti, che getterà una nuova luce sulle “conoscenze” già acquisite, aprendo nuovi scenari.
Un’ operazione culturale che non vuole fare sentire solo più erudito il suo pubblico, ma vuole anche offrire gli spunti per una riflessione postuma: l’osservazione e la comprensione “dell’altro” necessita di una pluralità di sguardi, il nostro solo punto di vista non basta.
L’Ottocento giapponese segna l’apice della produzione
artistica Ukiyo-e, meglio nota come “Immagini del Mondo
Fluttuante”, fenomeno già avviatosi nel Seicento quando gli
artisti iniziano a prestare attenzione a quello che succede nei
grandi centri urbani (Edo, Kyoto, Osaka). Se all’inizio sono attori
e cortigiane a farla da padrone, l’Ottocento con Hiroshige e
Hokusai segna il dominio del paesaggio. Le xilografie vengono
prodotte in massa, ma con una qualità unica nella storia della
stampa, per entrare in tutte le case e vendute come souvenir negli
empori di ogni quartiere; sono il frutto di un attento e meticoloso
lavoro di squadra, di una stretta collaborazione tra l’artista che
realizza l’immagine su carta, l’incisore che la incide sui
blocchi di legno, colore per colore, e l’editore che soprintende
alla buona riuscita del tutto. Sono queste stampe che nel XIX° sec.
richiamano l’attenzione e influenzano le avanguardie artistiche
europee del tempo fino ad arrivare alla cultura pop contemporanea
(manga, anime, tatuaggi).
Nel Giappone del tardo periodo Edo o
Tokugawa ed il primo periodo Meiji, una forte centralizzazione del
potere nelle mani di uno shogunato ereditario prese il controllo
della religione, relegò l'imperatore a un ruolo meramente simbolico
e privo di ogni potere effettivo, regolò l'intera economia,
subordinò la nobiltà, instaurò un sistema di tassazione ed una
burocrazia, evitò coinvolgimenti internazionali, stabilì un sistema
giudiziario nazionale e soppresse proteste e critiche. La società
giapponese nel periodo Edo era sottoposta a rigide norme di condotta
volte a promuovere la stabilità nel Paese.
Gli ideali confuciani
fornirono le basi per l'organizzazione di un sistema gerarchico
suddiviso in quattro livelli: al vertice della piramide sociale,
anche se sotto l'imperatore, vi era la classe guerriera, formata da
shōgun, daimyō e samurai. Un gradino più sotto vi erano i
contadini, seguiti dagli artigiani e dai mercanti.
Nonostante la
mobilità sociale fosse severamente vietata, il periodo Edo vide
emergere la classe sociale dei chōnin (町⼈人 "abitanti delle città"), composta principalmente da
artigiani e mercanti che vivevano all'interno delle città-castello
dei daimyō. A dispetto della loro infima posizione nella scala
gerarchica e di una legislazione volta a limitare la loro ricchezza,
essi conobbero una fioridezza economica e sociale a spese e dei
samurai e degli stessi daimyō, i quali si trovavano spesso
indebitati con loro. L'ascesa economica dei chōnin, paragonabile a
quella della borghesia europea, portò allo sviluppo di nuove forme
d'arte come la poesia haiku, i teatri Kabuki e Jōruri, e dell'ideale
dello ukiyo, il mondo fluttuante. Grandi progressi furono fatti anche
nel campo dell'astronomia, dell'agronomia, della medicina e
dell'ingegneria civile. Nell'Ottocento oltre il 10% della popolazione
giapponese (totale di circa 31 milioni di persone) viveva nelle
grandi città, al tempo una delle più alte percentuali al mondo. In
quel contesto furono realizzate le serie xilografiche più importanti
della storia dell'arte orientale a firma dei maestri che si
confermarono (qualche decennio più tardi con la fine del sakoku e
con la conseguente apertura del Paese) come i più grandi nomi
dell’arte giapponese in Occidente. Spiccarono da subito Hiroshige,
Hokusai, Kuniyoshi, Chikanobu, Kunisada, Shuntei, artisti e
personalità fuori dalle righe, che seppero rappresentare con forza,
drammaticità e sinteticità i luoghi e i volti, oltre che il
carattere e le credenze della società del loro tempo. Considerati
tra i più raffinati rappresentanti del filone pittorico
dell’ukiyo-e, nelle loro xilografie policrome seppero interpretare
in modo nuovo il mondo in cui vivevano, con linee libere e veloci, un
uso sapiente del colore ed in particolare del blu di Prussia, da poco
importato in Giappone, traendo spunto sia dalla pittura tradizionale
autoctona sia dalle tecniche dell'arte occidentale.
Relativamente a
Hokusai, tra i diversi manuali di pittura e disegno pubblicati,
“Manga” costituisce l'apice in cui attori, cortigiane, scene di
quotidianità, natura, fantastico ed erotismo si mischiano con
dinamismo e “calma-grandezza”. Di Hokusai, Edmond de Goncourt
dirà che “ha fatto entrare, nella sua opera, tutta l'umanità del
suo Paese”. Hokusai ed Hiroshige furono la più importante fonte di
ispirazione stilistica per gli impressionisti europei come Degas,
Pissarro e Monet e per i post-impressionisti come Van Gogh e Gauguin.
Hiroshige, amante della natura, superbo creatore di bellezza, maestro
nel rimodellare il mondo e la vita; le sue stampe diventarono, in
Europa, sinonimo dell’arte giapponese, ridefinendo l’approccio
visivo che il mondo occidentale aveva sul Giappone.
E che dire di
Kuniyoshi, il visionario, uno degli ultimi grandi della pittura e
della xilografia in stile ukiyo-e. Nelle sue xilografie la gamma dei
soggetti è molto ampia ed include paesaggi, figure femminili, attori
di teatro Kabuki, gatti, animali fantastici ed episodi della
mitologia giapponese. È inoltre conosciuto per la vivace
rappresentazione di battaglie di eroi leggendari, imprese di samurai
ed episodi della storia giapponese.
La mostra sarà un’occasione
unica per gli amanti dell’arte e non di confrontarsi con un
universo visivo ricco e unico, frutto di una cultura millenaria,
quella del Sol Levante.
GANBATTE!
Cosenza, marzo 2020, anno del Topo.
ORGANIZZAZIONE
Comitato Organizzativo
Camilla Brivio, Anna Rita Iusi, Franca Milione, Elisa Muto, Faustino Nigrelli, Egidio Perna, Marco Toscano
Catalogo a cura di
Alessandro Mario Toscano
Testi del catalogo
Antonella Cucciniello, Luigi Mascellino, Claudio Pittan, Alessandro Mario Toscano
Illustrazioni e Allestimento
3minutes.it
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